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Le barche "tagliate"ovvero, un italico pastrocchio prossimo venturo

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  1. PaoloC
     
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    In questa discussione mi sento di poter dire la mia, visto che sono un addetto ai lavori.

    Di barche tagliate a prua (ed anche a poppa) ne ho viste a morire, ed io stesso ho provveduto alla stesura del fascicolo tecnico richiesto dall'Organo Notificato (O.N.) come prevede la Normativa del PCA.

    Mi va di dire subito che è una pratica molto diffusa, ma ci tengo a sottolineare che è effettuata sotto l'egida del Ministero dei Trasporti. Ricordo che ci sono state riunione fiume a Roma proprio riguardo questo argomento.
    Come gia detto poc'anzi, a poterlo fare...si fa! il problema potrebbe essere sul COME. Provo a spiegarmi meglio.

    Prendiamo il caso di una barca che gia possiede la marcatura CE. In questo caso l'O.N. non deve far altro che controllare che il taglio sia stato effettato in maniera corretta, che la lunghezza finale si effettivamente al di sotto dei 10 metri (ricordo che una barca di 10.00 metri esatti è ritenuta natante, e diventa imbarcazionne da 10.01 a 24.00), che il fissaggio tra parte tagliata e scafo sia fatto a regola d'arte, ecc. La pratica di PCA va avanti con il vento in poppa!
    Se, invece, prendiamo un considerazione una barca a cui manca la marcatura CE, allora dovranno essere fatti numerosi controlli su tutta la barca e poi successivamente apportare le opportune modifiche. Questo ovviamente ha un costo che a volte l'armatore non ha il coraggio di affrontare o che k'O.N. non fa fare per evitare che il cliente scappi verso un altro O.N. meno attento alle regole!

    Concluse le opportune verifiche, il tecnico redige un elaborato che va all'approvazione della Direzione Tecnica. Una volta avuta anche quest'ultima approvazione, si passa a redigere i certificati che sono nel numero di tre:
    il primo è semplicemente una nuova omologazione attestante la nuova lunghezza inferiore o uguale a 10.00 metri.
    il secondo èl'assegnazione del nuovo CIN che riporta la sigla dell'O.N. scelto.
    entrambi sono firmati dall'O.N.
    il terzo ed ultimo è la Dichiarazione di Conformità che redige l'armatore con i dati riportati nei precedenti due certificati, e che a valle riporta la sua firma.

    E' importante, che, soprattutto per barche prive di marcatura CE, vengano fatte delle oportune verifiche di tutta la barca per accertarsi che sia possibile apporre il marchio. Far capire questo al cliente è l'unica difficoltà che ho incontrato nella mia esperienza lavorativa.
    Per quanto riguarda le CdP, invece, ho notato che erano molto guardinghe sull'utilizzo della pratica di PCA pensando che gli O.N. stessero sbagliando nel far tagliare la barca. A seguito dell'interesamento del Ministero su segnalazione degli O.N., le CdP si sono adeguate e non sospettano più che la pratica sia sbagliata.

    Concludo raccontando la solita truffa italiana di alcuni (spero pochi) tecnini degli O.N. o O.N. stessi.
    Una volta tagliato il pezzo di prua, lo stesso viene riattaccato mediante due flange di accaio poste sul pezzo tagliato e sulla barca che vengono colegate mediate una serie di bulloni. In seguito il taglio esterno (quello che si vedrebbe sulla VTR9 viene gelcotatto o siliconato (a scelta dell'armatore) per una mera questione estetica.O rbene, ho notato che navigano barche che non hanno realmente efettuato il taglio, ma hanno solo inserito le flange interne per simularlo!! Questa si chiama evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato!!

    Per cui state attenti!! E' questa, secondo me, la vera bomba lanciata nel futuro. Barche anche di 13 metri che, sulla carta, risultanto 9.99, ma un realta non sono mai state tagliate! Il giorno che questo imbroglio uscirà fuori ci sarà un bel botto. Ma se, invece, provvedete a tagliare la barca in maniera regolare, allora non avete nulla da temere (sempre che la pratica sia fatta come si deve!!).
     
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70 replies since 3/7/2013, 22:40   3027 views
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