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By Rabkisir il 12 Aug. 2013 .
Dietro agli scuri appena accostati, le alte finestre sono aperte: entrano brevi folate di vento caldo, che smuovono di tanto in tanto le tende orlate di blu del circolo. Ma l'atmosfera all'interno delle sale vuote e silenziose resta fresca: a quanto pare tutti i soci sono via, da qualche parte; chi in barca (i più), chi comunque in vacanza con famiglia al seguito, ad affrontare la battaglia del relax obbligatorio, dei pensieri agostani (pigri, con quel pizzico di trasgressione che è consentita dall'atteggiamento rilassato che come un virus prende quasi tutti), del perenne dubbio di essere stati risucchiati e fregati dai meccanismi del divertimentificio imperante...
I vicini, in vacanza, fanno un po' più schifo del solito, e li guardiamo con intimo ribrezzo mentre sciorinano le loro impresentabili defaillances fisiche davanti a tutti, denudandosi corpo ed anima davanti a perfetti estranei, cui non sono disposti a risparmiare nulla...
I soliti "coatti" con lo smartphone posato a fianco del piatto, al ristorante: il peggio è nei gesti nevrotici delle donne, che prendono in mano di continuo il terminale cinguettante (o trillante, o musicante, o sciacquonante, o frinente) per digitare velocissime qualche "baci baci baci, OK OK, cuoricini..." all'amica insopportabile che riferisce dell'ennesima non-telefonata della stronza-che-non-si-merita-altro, ecc...
Il sottile piacere di guardare immobili, nascosti dietro alle lenti scurissime e grandissime, la goccia di sudore argentato che scende tra i seni (notevoli, invero) della bionda (finta) semisdraiata di fronte; anche lei con gli occhialoni scuri... è consapevole del nostro sguardo? Ci sta guardando anche lei? (I pettorali e gli addominali si irrigidiscono involontariamente ... Involontariamente?)
La gocciolina scende. Scende. Scende fino all'ombelico: si è formato un microlaghetto, là dentro.
Il pensiero strisciante è inarrestabile: ci chiediamo che sapore ha, se quel salatino è diverso da quello delle labbra della nostra legittima compagna, quando è al mare... Da buoni vigliacchetti, cediamo al nostro film onirico: vorremmo che per un attimo la plaga si desertificasse, che la nostra "lei" fosse mille miglia lontana, ed allora ci alzeremmo, andremmo ad ombreggiare la bionda, guardandola dall'alto e coprendole il sole. Resteremmo lì, fermi finché lei si rendesse conto della nostra presenza. Ci chineremmo su di lei e, dopo un attimo di esitazione, sfioreremmo con un bacio quell'ombelico ed il microlaghetto si disperderebbe sulle nostre labbra.
Nel teatrino onirico che si va costruendo nella nostra mente, la sua reazione sarebbe imprevedibile ma perfetta: una assoluta immobilità, come se nulla fosse successo, come se nulla l'avesse sfiorata: il massimo del brivido!
Bruschissimo ritorno alla realtà: con un sobbalzo ci rendiamo conto che la nostra "lei legittima" ci sta osservando in silenzio!
Ma come cacchio fanno le donne...! Come se ci avesse beccato sul fatto, il cuore manca due o tre colpi: improvvisa sensazione di freddo e poi di bollore alla testa. Se non fosse che stavamo facendo finta di dormire, ci verrebbe da fischiettare qualcosa.
Sguardo di commiserazione della nostra lei... O forse è tutto un nostro costrutto immaginario da stress e lei sta pensando a tutt'altro...
Lo sguardo torna alla bionda: inesorabile sguardo di commiserazione autentica (questa volta indubitabile) da parte della bionda... La contrazione muscolare cede a valanga irrefrenabile, con "emersione" della pancia; botta di rossore incoercibile, lo sguardo sfugge in tutte le direzioni e tutte sembrano ugualmente sbagliate.
"Che schifo questa giornata soffocante! ... Vado a prendermi qualcosa da bere... Vuoi qualcosa anche tu, cara?": ma la nostra lei neanche ci risponde e riprende in mano il cellulare per il centoquarantatreesimo SMS della giornata a Diana, che (poverina) è regolarmente cornificata da G. e non capisce che il "bastardo" non la merita.
...Fine ingloriosa dei sogni di questo pomeriggio infuocato sul mare. La bionda si è alzata e se ne è andata, ben attenta a catturare e trattenere tutti gli sguardi maschili nel raggio di 40 metri intorno (e tutti gli sguardi di odio implacabile delle femmine nella stessa area): lo show dell'uscita di scena è durato per buoni 20 secondi... e ce lo siamo pure perduto.
Meglio restare alle sale semibuie, silenziose e fresche del club, temporaneamente abbandonato da tutti gli altri soci. Profumo di legno a coppale, il sentore antico del velluto blu dei divani d'epoca, l'odore dei quotidiani, che restano vergini ed intoccati sul tavolo accanto all'ingresso.
L'estate prossima vado in vacanza anch'io, ma nelle colline dell'entroterra: preferisco le cicale.
LGEdited by Chrìs - 17/4/2015, 00:17
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