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Si sta parlando di zattere, di borse stagne con l'occorrente per la sopravvivenza... ma siamo proprio sicuri che é il caso di abbandonare la nave, o meglio, la nostra barca?
Prima di arrivare a questa estrema decisione... dovremmo almeno tentare di porre rimedio a ció che è successo, sia esso una falla oppure un incendio!
Nel primo caso dovremmo analizzare velocemente le dimensioni della falla e se possibile, tentare di porre un freno all'entrata dell'acqua con tutto ció che abbiamo a portata di mano. Nel frattempo una persona dell'equipaggio si sará messa in contatto con la CP per dare l'allarme. Solamente dopo aver verificato che le pompe di bordo e la nostra estemporanea riparazione non hanno successo e la barca rischia veramente di colare a picco, ci riuniremo nel pozzetto, giá con i salvagente indossati, per calare a mare la zattera portando con noi la fidata borsa di sopravvivenza!
lo stesso dicasi per uno sviluppo d'incendio, se il sistema automatico oppure l'azione degli estintori a mano non avranno ragione delle fiamme... meglio darsela a gambe velocemente!
P.S. Per le piccole falle esistono dei kit con dei cunei di legno da martellare dentro alle falle. Esistono poi degli stucchi che fanno presa anche in acqua, noi ne teniamo sempre due barattoli a bordo.... -
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Assolutamente no!!! Le priorità sono l'incollumità dell'equipaggio e salvare il salvabile della barca. L'abbandonare la nave per me è previsto solo quando ho fatto tutto il possibile, senza fare l'eroe, avendo già messo in sicurezza l'equipaggio. È uno scenario che mi sono immaginato 1000 volte,fortunatamente senza che si sia concretizzato. A questo fine, sto approfondendo la tecnica della "situational awareness" ovvero avere la perfetta percezione di quello che sta accadendo accanto a noi in modo da poter intervenire in maniera efficace ed efficiente previa pianificazione e simulazione mentale. . -
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E' successo spesso che in balia del mare molto grosso l' equipaggio abbia deciso di abbandonare la barca che poi è stata ritrovata qualche giorno dopo alla deriva perfettamente integra. La barca finchè galleggia è sempre il posto più sicuro dove stare .... . -
.E' successo spesso che in balia del mare molto grosso l' equipaggio abbia deciso di abbandonare la barca che poi è stata ritrovata qualche giorno dopo alla deriva perfettamente integra. La barca finchè galleggia è sempre il posto più sicuro dove stare ....
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E' l'incendio il problema più grosso che ti porta all'abbandono nave . -
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Ma l'incendio, statisticamente, dove si sviluppa più spesso? E' il motore che prende fuoco oppure si innesca un incendio nella zona "impianto elettrico/fusibili/caricabatterie" piuttosto che in cucina? Posto che in una barca come la mia le zono sono poco distanti l'una dall'altra.... . -
wolalilu.
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A mio avviso le probabilità di questi due eventi sono 50 e 50
Un incendio può scaturire da una fiammata del piano cottura, da un cortocircuito o da una sigaretta fumata incautamente all'interno della barca. basterebbe fare molta attenzione e almeno si ridurrebbero le casistiche.
La falla invece è più infida, l'ultima volta che sono uscito col W in darsena mi avevano avvertito della presenza di grossi tronchi in mare e avevano ragione, fortunatamente guidavo dal Fly e li ho visti in tempo per schivarli
L'oggetto galleggiante a pelo d'acqua è sempre in agguato ed è difficilissimo specie per traversate di 3 o 4 ore a rimanere sempre concentrati sul tratto di mare antistante, sfido chiunque a riuscirci...... -
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Le statistiche, in certi casi, servono a poco!
Se si cucina a fiamma alta con le tendine a poca distanza dai fornelli... sarà inevitabile che prendano fuoco... così come, se insistiamo in maniera prolungata con l'elica di prua ed abbiamo i contatti ossidati e quindi una forte resistenza... sarà molto probabile uno sviluppo d'incendio su quei cavi provocato dal surriscaldamento!!!
La causa di un incendio è quasi sempre dovuta all'imperizia umana.... -
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L'unico incendio che mi è capitato di vedere, è successo su un megagommone cabinato: la signora stava cucinando in dinette e friggeva qualcosa. Forse per la padella troppo piccola, forse la fiamma troppo alta, i vapori dell'olio si sono incendiati. il fuoco è stato spento con asciugamani e secchiate d'acqua; niente danni alle persone ma agli arredi interni quanto basta .... e tanta paura anche agli altri che erano in rada . -
Fletche.
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Io non credo che un'incendio che parte da una fiamma della cucina o di altro possa arrivare a portare la barca all'affondamento.
Gli incendi pericolosi sono quelli che derivano da contatti elettrici o che all'inizio non sono visibili.
La VTR nele barche nuove dovrebbe essere trattata con l'aggiunta di elementi che la rendono anti incendio, ma il problema è per la VTR, è difficile che prenda fuoco, ma una volta che ha preso fuoco è quasi impossibile riuscire a spegnerlo e la barca si consuma come un cerino fino a quando non affonda.
Cmq. stiamo attenti, ma tocchiamo ferro.. -
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Beh Fletcher, forse non hai mai visto le fiamme che fanno i vapori di olio ... se poi ci metti che in una cucina minimissima come quella di una barca dove c'è una tendina sull'oblò, rotolo di carta scottex, un asciugamano, indumenti in prossimità , fai prestissimo ad incendiare tutto . -
Fletche.
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Se è per questo io proprio non so cucinare, l'unica cosa che so fare è il caffè, quindi non corro molti rischi. . -
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Con il Nescafé se ne corrono ancora meno . -
Fletche.
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Modificando un po la pubblicità della Breil, io direi toglietemi tutto, ma non un buon caffè.
In estate in barca vado in Grecia e/o in Albania, dove sta iniziando a comparire la possibilità di prendere un caffè espresso degno di questo nome, ma la mia bella caffettiera ed una miscela di caffè ottima, in barca non deve mai mancare.. -
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Abbiamo avuto una barca distrutta da un incendio. La barca era in porto. Gli stacca batteria erano aperti. Niente collegamento con la 220. I primi ad accorrere hanno trovatofiamme nella zona el VHF. C'era un temporale in corso. I periti decisero che una scrica da fulmine era entrata nell'antenna del VHF e loaveva incendiato. Chissà se è veramente andata così. .